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Mancioppi: «Nel Pnrr possibili 1,6 milioni di euro per i giardini Margherita»

Levoni (Liberali) ha incalzato sulla cura e manutenzione del verde anche per i giardini Merluzzo: «Bisognerebbe garantire la manutenzione ordinaria, c'è incuria»

Ci sarebbe un importante progetto da 1,6 milioni di euro per riqualificare i Giardini Margherita di Piacenza, grazie al Pnrr. Lo ha annunciato in Consiglio comunale l’assessore al verde Paolo Mancioppi, rispondendo a una mozione urgente di Antonio Levoni che segnalava, tramite una serie di fotografie, l’incuria e il degrado dei giardini Margherita e Merluzzo, quartiere di via Roma-Porta Galera, allo stato attuale.

Per l’assessore il Comune i giardini Margherita avrebbero le carte in regola per ottenere l’ingente somma. «Sono l’unico giardino storico della città, possono ottenere il finanziamento. Con gli uffici stiamo candidando il progetto». Per quanto riguarda i giardini Merluzzo l’assessore ha citato il prossimo bilancio, imminente, l’ultimo della Giunta Barbieri prima del termine del mandato, per migliorarne le condizioni.

IL MAXI PROGETTO PER I GIARDINI MARGHERITA

La cifra di un milione e 600mila euro in cosa consiste? Ecco le prime stime degli uffici del Comune: 416mila euro per la componente vegetale del giardino. Di questi, ecco le voci più importanti: ben 158mila euro dal recupero delle alberature di pregio, l’analisi delle acque, indagini fitostatiche, concimazioni e potature. Altri 36mila per la costituzione di una piccola serra al suo interno, 12mila euro per la sistemazione di scarpate e muretti, 122mila euro per la manutenzione dei vialetti esistenti.

La componente architettonica e scultorea vale 175mila euro (arredi, panchine, strutture) con anche il restauro dei monumenti presenti (Mazzini, Carella, Garibaldi, Faustini, Tassi, Genocchi, l’obelisco) e delle pavimentazioni in pietra.

Per la componente impiantistica si parla di 466mila euro, così divisi: 136mila per 57 pali artistici d’illuminazione, 103mila per il restauro della fontana, 12mila per la sostituzione dei pozzetti, 21mila per un impianto WiFi, 18mila per una stazione metereologica.

Per quanto riguarda la sicurezza la spesa è di 145mila euro: 71mila euro per gli impianti di videosorveglianza e allarme, 73mila per la messa in sicurezza di recinzioni e cancelli d’ingresso e i percorsi di fruizione.

Infine, 24mila euro per la promozione cartacea e online di itinerari culturali che coinvolgano anche i giardini. Si arriva così a 1,2 milioni di euro. Il resto sono incarichi di progettazione, funzioni tecniche, accordi bonari e pubblicità.

IL DIBATTITO

Mancioppi ha chiesto a Levoni di ritirare la mozione. La seduta si è subito scaldata. Il rappresentante dei Liberali si è sfogato. «Ci si sta arrampicando sui vetri – ha dichiarato - è pura ipocrisia. Non mi interessa se in passato, ai tempi della Giunta Dosi, erano peggio i giardini. Come si può spendere un milione e 600mila euro per spazzare le foglie e pulire le fontane? Chiediamoci piuttosto come mai sono in queste condizioni i giardini adesso, non si riesce a garantire la manutenzione».

Dall’opposizione hanno subito rimarcato l’ennesimo scontro tra i Liberali e la maggioranza. «Il tema – è la riflessione di Dagnino - ci accompagna da anni: un consigliere di maggioranza che segnala che non viene fatta la manutenzione correttamente. Cinque anni di “tira e molla”, siete un’Amministrazione che si insulta da sola al suo interno». «C’è uno scollamento in maggioranza – ha aggiunto Michele Giardino (Misto) e il Pnrr non è un Bancomat a disposizione dei comuni per risolvere tutti i problemi con la bacchetta magica».

«Non capisco, l’assessore aveva chiesto di ritirare la mozione e poi il centrodestra la vota? Manca un collegamento tra Amministrazione e Consiglio», ha fatto notare Roberto Colla (Pc Oltre). «Ci imbarazza che sia un consigliere vostro – è il parere del capogruppo del Pd Christian Fiazza - a presentare trenta pagine di foto di incuria ad un assessore della Lega». Giancarlo Migli (capogruppo Fd’I) ha minimizzato lo scontro, mentre il capogruppo leghista Carlo Segalini se l’è presa con Levoni: «Basta fare i furbi, siamo presi in giro solo perché ci sono le elezioni tra tre mesi e c’è da prendere i voti. Se si fa parte della maggioranza, ci si adegua e non si può fare quello che si vuole». La mozione è stata poi approvata, con l'astensione di tutto il gruppo Lega, di Carlo Cerretti (Fd'I) e di Francesco Rabboni (Misto). 


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