Politica

Più oneri per chi costruisce sul nuovo, meno per chi rigenera. Via libera in Regione ai nuovi contributi

Dopo 20 anni e due sedute di Assemblea, l'Emilia-Romagna aggiorna gli oneri di urbanizzazione ancorandosi ai valori dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare. Diverse le visioni nelle opposizioni: 5 stelle criticano il poco coraggio, le destre l'aumento di costi per le imprese. Confedilizia Piacenza contesta la decisione

Dopo 20 anni, e due consigli regionali, anche l'Emilia-Romagna aggiorna gli oneri di urbanizzazione (il tributo pagato dalle imprese edili ai Comuni, ndr). La vecchia delibera, risalente al 1998, è stata superata dopo l'odierno voto favorevole all'atto amministrativo dell'Assemblea legislativa (a favore Partito democratico, astenuti Sinistra italiana e Misto-Silvia Prodi, contrari Movimento 5 stelle, Lega nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Misto-Mns, Misto-Gianluca Sassi). L'adeguamento era stato previsto a valle della nuova legge urbanistica e ne segue i principi, ponendo in primo piano la disincentivazione del consumo di suolo e la valorizzazione della rigenerazione urbana. La nuova disciplina sugli oneri di urbanizzazione differenzia infatti fra chi rigenera da chi costruisce consumando suolo.

I nuovi oneri. Nello specifico: gli oneri di urbanizzazione raddoppieranno per gli interventi di nuova costruzione al di fuori del territorio urbanizzato. Per tutti gli altri interventi l'aumento degli oneri si fermerà al 20%. Questo ad eccezione del sottoinsieme degli interventi di rigenerazione urbana che godranno di uno sconto del 35%. In pratica, gli oneri di urbanizzazione per chi non consuma nuovo suolo scenderanno del 22%. I Comuni hanno però la facoltà di aumentare e diminuire gli oneri di un 15%, in più o in meno. Possono inoltre aumentare o diminuire di una classe la classificazione del territorio di pertinenza (che viene calcolata in base alla posizione del Comune, alla distanza dalla via Emilia, al numero di abitanti e altro).

Altre novità della delibera riguardano i contributi per opere e impianti non destinati alla residenza, i criteri omogenei per il calcolo del contributo straordinario e il metodo di calcolo per il costo di costruzione, che sarà ancorato al prezzo di mercato stilato dall'Omi, la banca dati delle quotazioni immobiliari i cui numeri sono stilati dall'Agenzia delle Entrate.

I Comuni avranno tempo per recepire la delibera regionale fino al 30 settembre 2019 (emendamento dei dem Pruccoli-Rontini, approvato). Al termine di questo periodo la norma entrerà subito in vigore. La Regione, come per la legge Urbanistica, si è impegnata a effettuare un monitoraggio per correggere eventuali anomalie.

L'Aula ha dato il proprio via libera anche a un ordine del giorno, quello firmato da Manuela Rontini, Massimo Iotti Giorgio Pruccoli (Pd), che impegna la Giunta a curare, nel periodo di recepimento della nuova disciplina, "una diffusa attività di informazione e formazione rivolta ai Comuni, ai professionisti e agli operatori del settore, per garantire- ha spiegato Rontini- un omogeneo recepimento della nuova disciplina e l'efficace diffusione della novità introdotte per la loro corretta applicazione, perché le incertezze normative sottraggono risorse e tempo".

Il dibattito. Diverse le letture date al provvedimento dai gruppi politici durante il dibattito in Aula. Discussione che è stata aperta da Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d'Italia che ha sollevato una questione pregiudiziale (respinta dall'Aula) sul provvedimento: "Prevedere la determinazione del costo di costruzione legata ai valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare, piuttosto che ai costi massimi ammissibili per l'edilizia agevolata, significa- ha spiegato l'esponente di Fdi- disattendere palesemente l'impostazione nazionale nella direzione di un aggravio dei costi di costruzione, peraltro in un momento in cui lo stato del settore proprio non ne avrebbe bisogno, a beneficio degli enti pubblici interessati e a carico dei cittadini che vedrebbero lievitare il costo dell’abitazione". Posizioni ribadite nel dibattito seguente: "Restano molte delle perplessità che fino dall'inizio abbiamo evidenziato- ha ribadito Tagliaferri- e la principale è la scelta di utilizzare i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi). In sostanza è un’operazione in grande stile di aggravio dei costi di costruzione, in un momento in cui lo stato del settore proprio non ne avrebbe bisogno, a beneficio degli enti pubblici e a carico dei cittadini o di chi nell’edilizia intende investire. Sarebbe bastato procedere prendendo a riferimento l’indice Istat, così come fatto dalle altre regioni, senza doversi inventare nulla". E ha poi invitato a "ritirare e modificare" il provvedimento.

Parole a cui hanno fatto eco quelle di Daniele Marchetti della Lega nord: "Con questo provvedimento si rischia di andare a penalizzare la nostra economia. Andate a fare un intervento di questo tipo in pieno contrasto con i criteri nazionali. Mi sembra veramente fuori luogo. Vi state muovendo come un elefante in cristalleria perché l'ambito è veramente delicato".

 

Il Movimento 5 stelle ha parlato invece di "occasione persa" con Giulia Gibertoni che ha motivato la propria posizione specificando come "da questo atto ci si attendevano azioni concrete contro il consumo di suolo, ma si è fatto troppo poco. Si doveva intervenire con un coraggio maggiore. L’intero provvedimento ha un filo rosso: quello della volontà di non colpire i costruttori". Nota positiva, per la pentastellata, la distinzione che traccia l'atto amministrativo tra area esterna al territorio urbanizzato e area urbanizza ma, ribadisce: "Se si voleva combattere il consumo di suolo si poteva fare molto di più. E' un atto che arriva fuori tempo massimo".

Una discrasia tra opposizioni messa in evidenza da Massimo Iotti del Partito democratico: "Il Movimento 5 stelle e il centrodestra sono all'estremo opposto. I primi gridano allo scandalo per i 20 anni trascorsi dall'ultimo aggiornamento. Gli altri vorrebbero fermare tutto. Il provvedimento ha in seno un elemento che tutti i gruppi avevano condiviso: favorire gli interventi di rigenerazione penalizzando quelli che consumano nuovo suolo. E così fa. Gibertoni proponga nuovi parametri invece di fermarsi allo slogan. Mentre ricordo a Tagliaferri- ha continuato Iotti- che il parametro Omi è stilato dall'Agenzia delle entrate: lo ha definito ideologico e se anche l'Agenzia delle entrate è considerata ideologica, non so più dove appellarmi. Quelli scelti sono i valori più aggiornati che ci sono. Danno la dimensione della diversità dei territori". E ha concluso aggiungendo: "Criticate, ma dimenticate sempre di dire che gli stessi Comuni possono abbassare di una classe quella degli immobili e ridurre i valori del 20%".

Uno scambio, quello tra Tagliaferri e Iotti, che è andato in scena anche oggi, durante la nuova seduta dedicata all’argomento. Il consigliere di Fratelli d’Italia ha continuato a definire il provvedimento “illegittimo” mentre il democratico lo ha invitato a “fare ricorso”. Il consigliere di Fratelli d’Italia ha anche evocato imminenti ricorsi al Tar da parte di soggetti interessati, prefigurando possibili profili di danno erariale a carico della Regione, dato che, a suo avviso, il provvedimento disattende le norme nazionali.

Dai banchi della Lega è stato invece Matteo Rancan a criticare il modo con cui il Pd ha trattato la questione pregiudiziale sollevata da Tagliaferri: "Nei fatti non siete entrati nel merito della pregiudiziale. La disparità di vedute tra centrodestra e Cinque stelle sono le fette di salame messe sugli occhi dal Pd per coprire l'imbarazzo su questo provvedimento che regna all'interno di quel partito. Siamo fermamente contrai e pensiamo che questo atto sia da bocciare in toto". Idee ribadite da Massimiliano Pompignoli (Lega) per il quale “la legge, così come è strutturata, è illegittima e si rischia di andare ad affossare ancora di più un settore in crisi da dieci anni”.

 

CONFEDILIZIA: «VIA LIBERA CON I SOLI VOTI PD. RINGRAZIAMO CHI HA VOTATO CONTRO L'AUMENTO»

«La variazione – commenta Confedilizia Piacenza, l’associazione dei proprietari di case - che si pone in assoluto contrasto con la normativa nazionale vigente (la quale prescrive l'adozione di tutt'altro criterio, uniforme su tutto il territorio nazionale) e che purtroppo – come ha più volte segnalato la stessa Confedilizia – causerà un considerevole aumento dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione. La proposta della Giunta è passata con i voti favorevoli dei soli consiglieri del Pd (tra i quali hanno votato a favore anche i consiglieri piacentini Tarasconi e Molinari). Hanno invece votato contro il provvedimento Fratelli d'Italia (rappresentata dal consigliere piacentino Tagliaferri), Lega (tra le cui fila era presente anche il consigliere piacentino Rancan), Forza Italia, Movimento 5 stelle e i consiglieri Sassi (Gruppo misto) e Facci (Gruppo misto - componente Movimento sovranista).  Astenuti Sinistra Italiana e la consigliera Prodi (Gruppo misto - componente Leu). Assente L'Altra Emilia Romagna.  La legge di modifica introdotta dal Pd – come detto – si pone in conflitto con la attuale normativa nazionale, con evidenti conseguenze in termini di legittimità e porterà inevitabilmente ad un pesante aggravio dei costi di costruzione a beneficio degli enti pubblici interessati e a carico invece dei risparmiatori nell’edilizia. La Confedilizia – che si riserva di agire presso le opportune sedi per far dichiarare l'illegittimità della nuova norma introdotta dalla Regione – ringrazia comunque tutti i consiglieri che hanno votato contro la proposta di modifica della Giunta e che hanno fatto quanto era possibile per contrastare un provvedimento che andrà sicuramente a penalizzare ulteriormente un settore – quello dell'edilizia – che, già profondamente in crisi, proprio non ne aveva bisogno».


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