Politica

Sanità, Lega Nord: «O il territorio si difende, o pezzo dopo pezzo ci portano via tutto»

Il consigliere Polledri, insieme a Daturi e Pozzi, chiamano tutti i partiti a unirsi per difendere la sanità piacentina. «Decidiamo a cosa non vogliamo assolutamente rinunciare. Sono previsti 4 miliardi di tagli: Piacenza rimarrà sempre la piccola provincia semi-lombarda che non conta»

Polledri, Daturi e Pozzi

La Lega Nord ritorna ancora a parlare del nuovo direttore generale dell'Ausl di Piacenza. Il Carroccio chiede a gran voce che il prossimo numero 1 dell'azienda locale sia un piacentino, e invita tutti i partiti a stilare un documento condiviso per far fronte a un possibile taglio nel settore. «Le dimissioni improvvise – ha esordito Roberto Daturi, della commissione sanità della Lega Nord - e inaspettate di Andrea Bianchi ci hanno costretto a prendere in considerazione il quadro futuro in via di sviluppo. Nell’ambito della sanità cerchiamo di sensibilizzare tutte le autorità in modo indistinto, affinchè si nomini qualcuno che conosca bene il territorio e che abbia a cuore le esigenze. Stiamo parlando di un territorio già penalizzato in passato con lo spostamento del 118 - emigrato a Parma – e con la chiusura dell’ospedale di Fiorenzuola, e il ridimensionamento della Guardia medica: ora diciamo basta, non vogliamo che sia imposto tutto dall’alto. Sull’area vasta non vogliamo imposizioni, è un battaglia del nostro territorio, il prossimo direttore deve prendersi carico dei problemi concreti dei cittadini, come la migrazione dei pazienti in altre regioni a causa delle liste d’attesa assurde. Non possiamo subire come sempre questi imput senza poter preservare il nostro territorio, soprattutto quello di montagna, a causa dell’ottica del contenimento dei costi.  Non possiamo smembrare tutto, dobbiamo mantenere presidi diretti sul territorio. Chiediamo il sostegno di tutte le forze politiche, noi, visti i risultati alle ultime elezioni, ci sentiamo molto coinvolti».

Dello stesso avviso anche Corrado Pozzi, responsabile enti locali del Carroccio. «Chiunque sia il prossimo incaricato – ha dichiarato - dovrà cercare di non porre come priorità le riduzioni della spesa, visto che questo spesso avviene a discapito di quella che è la qualità dei servizi. Dobbiamo invece imporci l’obiettivo di invertire questa prospettiva e mettere al centro la qualità dei servizi sanitari, rispetto alle spese. Il rischio di tagli è maggiore nei momenti di vacatio dei vertici: perciò l’incarico deve essere affidato a una persona in sintonia con il territorio e tenga fede alle promesse fatte in precedenza. Chiediamo innanzitutto il reintegro del personale di Fiorenzuola, il mantenimento dei presidi di montagna e limitare la migrazione dei pazienti fuori regione, diminuendo le liste d’attesa.  Questo lo chiediamo al nuovo direttore. Chiediamo inoltre di vigilare sull’efficienza dei nostri servizi. Tralasciare alcuni dettagli può portare a disservizi, dobbiamo difendere un patrimonio irrinunciabile».

«Piacenza ha perso i centri direzionali e peso: a livello di uffici, sedi, presidi. Un conto – ha spiegato il consigliere comunale Massimo Polledri - è quando chiude un ufficio dello Stato, un conto è quando chiude un presidio ospedaliero. Qua l’effetto è più grave: già ora l’ospedale di Fiorenzuola sta vivendo dei ritardi, e l’ordine degli architetti ha riscontrato alcuni problemi. È un disagio per tutta la valle. Mi dicono inoltre che fanno fatica a mantenere i turni di chirurgia dell’ospedale, la cosa è grave. La sanità serve per tenere ricca e sana la popolazione. Oggi curarsi è più difficile. Abbiamo già perso il 118 - oltre all’ospedale di Fiorenzuola – che se ne è andato via. Pezzo dopo pezzo stiamo perdendo la sanità piacentina. I tagli ci sono: anche Chiamparino ha detto che ci sono 4 miliardi in meno, secondo lui è impossibile raggiungere gli obiettivi. Deve preoccupare tutti questa situazione. Stanno tagliando proprio sulla sanità: o il territorio di Piacenza si mette insieme per un progetto di cose a cui non vogliamo rinunciare e che vogliamo fare o rischiamo di subire l’area vasta, come ha già annunciato il presidente della Regione. Non vogliamo questa ipotesi deleteria. Dobbiamo essere noi a organizzarci all’interno. Dove sono state fatte le aree vaste le hanno poi chiuse, centri direzionali così ampi non ce la fanno a durre.

Chiediamo a tutti i partiti piacentini di dire quali sono le questioni irrinunciabili, per avere risposte chiare. Dobbiamo essere tutti assieme, noi della Lega saremo il lievito per fare questo pane: chiederemo un incontro anche in Provincia, con i consiglieri regionali piacentini e con i sindaci dei distretti sanitari. Spero sia una carovana molto lunga. L’obiettivo è avere ai primi mesi del 2015 un documento condiviso. Non vogliamo che la nuova persona al vertice si preoccupi solo dei tagli: sappiamo già che si accaniranno sulla piccola provincia semi-lombarda che non ha mai contato nulla. Piacenza deve drizzare le antenne, il comitato che insorge quando il latte è già versato fa molto rumore, ma non riesce più a chiudere la bottiglia».


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