Politica

Tagliaferri (FdI): «Rinviare di un anno entrata in vigore legge regionale su consumo suolo»

«L'emergenza epidemiologica rende impossibile l'adeguamento della pianificazione urbanistica entro il 2020 da parte dei Comuni»

«Rinviare la data di entrata in vigore della legge regionale sul consumo del suolo per aiutare i Comuni a far fronte all’emergenza da Covid-19». A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta, è il consigliere Giancarlo Tagliaferri (Fdi).

«La legge regionale n. 24 del 21 dicembre 2017, avente per oggetto la disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio, stabilisce all’art. 3 comma 1 il termine perentorio di anni tre dalla data della sua entrata in vigore per l’avvio, da parte dei Comuni, del processo di adeguamento della pianificazione urbanistica vigente», spiega Tagliaferri che ricorda come «l’attuale emergenza epidemiologica dovuta al diffondersi del virus Covid-19 rende, con l’approssimarsi del termine perentorio del 31 dicembre 2020 per l’avvio del processo di adeguamento della pianificazione urbanistica, il lavoro a carico dei Comuni incredibilmente ostico se non impossibile stante l’impossibilità oggettiva di tenere incontri ad ampia partecipazione al fine di non creare assembramenti, così come la riduzione massiccia della presenza fisica del personale della pubblica amministrazione in servizio presso i Comuni ai quali le recenti disposizioni impongono di prediligere il lavoro agile; pertanto, risulta del tutto improbabile che la maggior parte dei Comuni possa riuscire, entro i termini previsti dalla legge regionale 24/2017, ad avviare il processo di adeguamento della pianificazione urbanistica prescritta».

Da qui la richiesta di Tagliaferri per sapere se la Giunta «non ritenga opportuno, per mezzo di un provvedimento coerente con la gerarchia delle fonti del diritto, differire il termine previsto dall’art. 3 comma 1 della legge regionale 24/2017 di anni uno».

«Attivare tutte le Unità speciali di continuità assistenziale»

«La Regione attivi tutte le 80 “Unità speciali di continuità assistenziale” per potenziare la sanità territoriale». Lo chiede, in un’interrogazone alla Giunta, Giancarlo Tagliaferri (Fdi).

«Con il decreto legge del 9 marzo il governo chiedeva alle Regioni di istituire entro dieci giorni 'un'unità speciale ogni 50 mila abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero', le cosiddette 'Usca', che sarebbero state (e possono ancora essere) un servizio fondamentale anche per evitare l'accesso in massa agli ospedali, fra le cause scatenanti del contagio. La loro attivazione, però, persino nelle zone più colpite dal coronavirus, non è stata immediata», spiega Tagliaferri che sottolinea come «in Emilia-Romagna le Usca attive sono 52 (a norma dovrebbero essere circa 80). La Regione ha fornito alle Aziende sanitarie le linee di indirizzo con la specificazione che possono prevedere 'al reclutamento volontario dei medici' con contratto di 3 mesi rinnovabili, equiparato a quello di Continuità assistenziale».

Da qui l’interrogazione all'esecutivo regionale per sapere «se intenda attivare tutte le 80 'Unità Speciali di Continuità assistenziale', eventualmente stanziando fondi aggiuntivi, e se intenda dare continuinità anche dopo la pandemia a questo servizio fondamentale per la comunità».


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