Politica

Tari ridotta alle attività: scontro in Consiglio su banche, farmacie e night club

Due emendamenti di Raggi (Pc del futuro) chiedevano di eliminare le riduzioni della tassa sui rifiuti a farmacie e banche. Passoni e il centrodestra difendono le scelte. Barbieri: «Abbiamo fatto tanto anche per il welfare»

Le riduzioni della Tari per le categorie economiche della città grazie ai fondi Covid sono ora realtà. Lo ha deciso il Consiglio comunale del capoluogo, votando a larga maggioranza (con l’astensione di 5 componenti dell’opposizione) quanto disposto dall’assessore al bilancio Paolo Passoni e dagli uffici tecnici, che hanno calcolato una percentuale di riduzione della tassa sui rifiuti in base ai disagi causati dal lockdown. I tagli della Tari per il 2020 erano stati illustrati da Passoni nei giorni scorsi: l'ammontare delle riduzioni coperte dal Comune è di 3 milioni e 100mila euro. 

Ma neanche la Tari ha trovato la condivisione di tutta l’aula. Schermaglie tra centrodestra e opposizioni anche durante l’ultima seduta – quella del 30 luglio – prima della pausa estiva. Il primo a mostrare perplessità è stato Luigi Rabuffi (Pc in Comune). «L’eccezionalità di quest’anno deve valere per tutti, anche per una multiutility come Iren, che non ci rimette niente, perché è il Comune a coprire la tassa sostituendosi ai cittadini. Il Comune si deve fare sentire». «Ci sono realtà che non hanno avuto problemi economici – ha evidenziato Giulia Piroli (Pd) - come le farmacie, o le banche». «Complimenti agli uffici e alla commissione – ha detto il capogruppo leghista Carlo Segalini - che se ne è occupata. Basso lo sconto sulle farmacie, non vedo il problema, visto che hanno perso il fatturato delle ricette e della cosmesi». «Lo sconto dovrebbe farlo il gestore – ha polemizzato Sergio Dagnino (5 Stelle) - non il Comune. Utilizziamo risorse per abbattere le tariffe. Alla luce dei 22 milioni che l’ente versa a Iren all’anno, dovremmo chiedere servizi migliori, come la tariffazione puntuale. Il rappresentante del Comune nella società – Gianluca Micconi (esponente di Fd’I) – non l’abbiamo mai sentito qua dentro».

«Bene il lavoro svolto – ha dichiarato Sergio Pecorara (Misto) - abbiamo accontentato tutte le categorie. Purtroppo qualcuno qua dentro deve sempre mettere “pepe”». «Il flusso di risorse statali – ha specificato Massimo Trespidi (Liberi) - nei confronti dei comuni non dovrebbe fermarsi qui. Avremo a che fare con Iren per 15 anni ancora. Abbiamo due milioni di euro di insoluto sulla Tari, è necessaria una battaglia per recuperare queste risorse». «Dall’amministrazione – è il parere di Gloria Zanardi (Fd’I) - sostegno concreto alle categorie economiche, scelta coraggiosa e di buon senso ridurre la Tari. Siamo andati oltre alle agevolazioni minime decisa da Arera, utilizzando risorse dell’ente». D’accordo anche Antonio Levoni (Liberali): «Abbiamo dimostrato sensibilità nei confronti dei piacentini».

Samuele Raggi (Piacenza del futuro), che è dipendente di una banca, ha chiesto proprio di non aiutare le banche (per loro lo sconto era dell'8%), «settore già aiutato per erogare credito, possono permettersi di pagare la tariffa piena», «qua stiamo aiutando le banche, che non ne hanno bisogno». L’osservazione (e l’emendamento, poi respinto dal centrodestra) presentato da Raggi per togliere l’aiuto alle banche ha fatto perdere le staffe all’assessore Passoni. «Discorso “inconferente” quello di Raggi, non c’entra nulla. Se qualcuno ha prodotto meno rifiuti, come sostiene Arera, si trova uno sconto. «Sulle banche abbiamo rispettato il minimo regolatorio imposto da Arera». «Le banche hanno comunque chiuso – ha ricordato il sindaco Patrizia Barbieri -, qui come a Rimini, erano aperte solo per attività essenziali su appuntamento. La chiusura ha messo in difficoltà gli istituti e i loro utenti».

Raggi è tornato alla carica con un altro emendamento: secondo lui non andavano aiutate neanche le farmacie, che vedranno uno sconto del 15% sulla Tari 2020. «Hanno fatturato di più del 2019. Devono almeno autocertificare la riduzione del proprio fatturato se vogliono lo sconto Tari, perché alcune farmacie avranno lavorato di più e altre di meno, in base al fatto se lavorano più sui prodotti per la cura della persona (come le parafarmacie) che non sui farmaci». «La misura richiesta da Raggi – lo ha appoggiato Christian Fiazza (Pd) - fotografa bene la realtà. Alcune farmacie sono state un servizio pubblico e hanno lavorato molto, altre hanno lavorato meno». Per l’assessore al bilancio Paolo Passoni le operazioni di controllo alle farmacie «sono insostenibili, ce lo dicono gli uffici. Invito a votare contro questa richiesta di Raggi». «Ci saranno venti farmacie in città – ha lamentato Rabuffi - basta una autocertificazione adesso e poi una verifica più puntuale nel corso dei prossimi mesi». «Ci siamo basati sull’autocertificazione per i buoni spesa e non lo facciamo per le farmacie?», ha fatto notare il capogruppo Pd Stefano Cugini.

Al nervosismo dell’assessore si è aggiunto quello del capogruppo leghista Carlo Segalini, che ha inveito contro l’opposizione: «Quanta ipocrisia in quest’aula – ha alzato i toni – da parte di quella opposizione che aveva perfino criticato i farmacisti che vendevano le mascherine a 15 euro». Lo scontro si è fatto pesante. «Chiediamo i verbali dei Consigli comunali precedenti – ha spiegato Christian Fiazza (Pd) - non ricordiamo accuse ai farmacisti da parte nostra, cerchiamo pure queste frasi». «Non mi sembra così difficile – ha commentato più pacificamente Roberto Colla (Pc Oltre) - controllare a campione le farmacie». «Hanno venduto mascherine e disinfettanti – ha preso la parola Mauro Saccardi (Misto) - ma hanno perso ricette e cosmetici. Non pretenderete mica grandi guadagni per 10 centesimi su una mascherina? Quelle che ho interpellato del centro storico hanno avuto fatturati in calo». «Ci sono 29 farmacie e 8 parafarmacie – ha segnalato Massimo Trespidi (Liberi) - non mi sembra un grosso impegno controllarle».

Raggi ha evidenziato come nel provvedimento siano compresi anche i “locali notturni”. «Dopo aver aiutato banche e farmacie, pure i night club?», ha incalzato ancora. «A Raggi – è il commento di Francesco Rabboni (Forza Italia) - non interessa aiutare le categorie economiche piacentine».

Il sindaco Patrizia Barbieri non ha condiviso le osservazioni dell’opposizione sulle scelte riguardanti la Tari. «Bisogna ricordarsi – ha detto il sindaco - quanto abbiamo stanziato per il welfare, per i piacentini, oltre a questo sostegno sulla Tari. Non si può venire qui a dire che aiutiamo qualche categoria professionale in particolare. Giustifico il nervosismo di Passoni, che da tempo sta facendo tutte le verifiche opportune sulle riduzioni da effettuare, che non sono il frutto d’improvvisazione. È meglio evitare di fare polemiche su questo». «Le farmacie – ha difeso le decisioni prese - si sono riorganizzate nella fase del Covid, a partire dalle turnazioni del personale. Molti farmacisti si erano ammalati nella fase iniziale e si doveva tenere aperto il presidio, cercando di fare attività anche a domicilio, e hanno avuto costi maggiori».

Gianpaolo Ultori (Liberali Piacentini) ha invocato comunque più verifiche a 360° sul fronte Tari. «È ora di fare controlli a campione – ha concluso - su tutta la popolazione piacentina. Tanti non pagano la Tari, ma molti proprio non hanno i bidoncini, vanno a buttare i rifiuti altrove, perché non sono registrati. Ci sono palazzi dove vivono sei famiglie e solo una ha i bidoncini della differenziata: com’è possibile?».


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