Politica

Trasferimento dell’Archivio di Stato, Bignami con Papamarenghi (Fi) e Foti (Fd’I): «Sbloccare le risorse»

I sei milioni di euro per la sistemazione dell'ex convento di Sant’Agostino-ex caserma Cantore a Piacenza sono fermi. Da Forza Italia e Fratelli d’Italia l’immediata richiesta al Governo: «Il ministero eroghi prontamente le risorse». Anche i leghisti Murelli e Pisani ci vogliono vedere chiaro

l'ex caserma Cantore

Il finanziamento del Ministero dei beni culturali da sei milioni di euro – importante novità per la città riportata da “IlPiacenza.it” – per spostare l'Archivio di Stato da Palazzo Farnese all'ex convento di Sant'Agostino (ex caserma Cantore), che vive però una fase di stallo, ha subito provocato le prime reazioni del mondo politico. Reazioni che si sono tramutate in due interrogazioni, da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Stando a quanto risulta da IlPiacenza, il decreto ministeriale è stato siglato a fine ottobre, ma la pratica piacentina fatica ad arrivare a termine. Il perché è ancora da chiarire, ma la questione è tutta legata all’attività del MiBact. Ora gli onorevoli Galeazzo Bignami (Forza Italia) e Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) chiedono di arrivare al dunque per permettere a Piacenza di avere le risorse necessarie per la sistemazione dell'ex caserma Cantore e portare qui la sede dell'Archivio di Stato, temporaneamente situata a Palazzo Farnese. 

«Il Ministero – spiega Galeazzo Bignami, parlamentare azzurro di Bologna che si è subito interessato alla questione - chiarisca subito le motivazioni dello stallo che sta bloccando l’erogazione dei 6 milioni di euro per il trasferimento dell’Archivio di Stato di Piacenza». Bignami presenterà una interrogazione al Governo dopo la notizia dello stallo in cui si troverebbero le pratiche presso il Ministero «senza nessun motivo apparente». «Con Decreto ministeriale del 25 ottobre 2018 è stato approvato il programma relativo agli interventi finanziati con i “Fondi rinvenienti 2007-2013” per oltre 109 milioni di euro da destinarsi a importanti interventi di messa in sicurezza del patrimonio culturale nazionale, come archivi di Stato e biblioteche. Tra gli interventi programmati anche quello, particolarmente importante, per il trasferimento dell’Archivio di Stato di Piacenza da Palazzo Farnese al monastero di Sant’Agostino (ex Caserma Cantore). È dunque necessario che al Decreto ministeriale faccia seguito la pronta erogazione delle risorse per riconsegnare alla comunità tutta un luogo adeguato a custodire il suo tesoro culturale, racchiuso nella documentazione dell’Archivio di Stato». Sul tema interviene anche il coordinatore provinciale di Piacenza per Forza Italia, Jonathan Papamarenghi. «Stiamo monitorando da tempo la vicenda con particolare attenzione perché si tratta davvero di un intervento attesissimo e fondamentale – spiega l’assessore alla cultura del comune di Piacenza -. Non solo perché si tratta di salvaguardare un patrimonio inestimabile - documenti preziosissimi e antichi che sono la storia del nostro territorio - dotando l’Archivio di una sistemazione adeguata, ma anche perché l’operazione consentirà di riottenere la disponibilità di Palazzo Farnese (monumento strategico in vista del rilancio culturale e turistico a cui l’Amministrazione comunale di Piacenza sta lavorando) che potrà finalmente essere destinato alla sua originaria vocazione museale. Ringrazio l’onorevole Bignami che, attenzionato della questione, si è subito attivato affinché arrivino risposte concrete alla nostra città».

 

Foti: (Fratelli d’Italia): «Utilizzare subito i fondi per l'ex caserma Cantore»

«L’obiettivo è raggiunto, adesso non si perda tempo», lo afferma Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, che ha rivolto un'interrogazione al Ministro per i Beni e le Attività Culturali volta a favorire, previa esecuzione dei lavori necessari, il trasferimento dell’Archivio di Stato di Piacenza all’ex Caserma Cantore. «Già nel lontano 1998 – sottolinea Foti – la direzione generale per gli archivi richiese la possibilità al ministero delle Finanze di destinare una parte dell'ex compendio militare a sede per l’archivio. Successivamente – spiega il parlamentare del movimento politico di Giorgia Meloni – una parte di documentazione a rischio dispersione è stata collocata nella predetta caserma, mentre la parte più significativa è invece situata a Palazzo Farnese, in forza di un contratto di comodato d’uso gratuito e con l’utilizzo di un considerevole volume di spazio». Foti rileva con soddisfazione che: «Con decreto ministeriale del 25 ottobre 2018 sono state stanziate le risorse necessarie all’espletamento dei lavori necessari al fine di trasferire la sede dell’Archivio di Stato all'ex caserma Cantore. Un intervento – rimarca il deputato piacentino – dal valore economico di sei milioni di euro, che consentirà di ridare lustro ad un ambiente ad oggi sotto utilizzato, nonché ad incontrare le esigenze espresse dalla direzione Archivi». «Il Ministro Bonisoli – è l'accorato appello di Foti – verifichi che l’iter di erogazione delle risorse che ha stanziato non subisca ritardi, come invece risulterebbe dal comportamento dilatorio di alcuni dirigenti degli uffici ministeriali».

Murelli e Pisani (Lega): «Attraverso i canali istituzionali cerchiamo di capire il perché di questo stallo nel trasferimento dei 6 milioni al Comune»

«Ci stiamo attivando, all’interno dei canali istituzionali, per arrivare allo sblocco dei fondi destinati al Comune per il trasferimento dell’archivio di Stato, patrimonio della città». Lo fanno sapere i parlamentari della Lega, Elena Murelli e Pietro Pisani, dopo la notizia dello stanziamento di 6 milioni di euro, da parte del ministero per i Beni culturali, per lo spostamento dell’Archivio di Stato nell’ex monastero di Sant’Agostino (la ex caserma Cantore). «Cerchiamo di capire il perché di questo stallo - ha affermato la deputata Murelli - nonostante lo stanziamento dei fondi e la volontà del ministro Alberto Bonisoli». Nel giugno 2018, Murelli e l’allora assessore Massimo Polledri avevano visitato l'Archivio, chiedendo di sapere come mai nessuno sapesse nulla di un piano e dei fondi annunciati dall’allora direttore del Demanio, Roberto Reggi.


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