Politica

Urbanistica, via libera ai criteri: ok alle rigenerazioni, il residenziale meglio nelle frazioni

Approvati i criteri con cui il Comune valuterà le proposte residenziali, commerciali e produttive sul territorio. Minoranze all’attacco: «Dov’è la moratoria sui nuovi insediamenti commerciali?». Rabuffi: «Migliaia di alloggi vuoti in centro storico e si continua a costruire»

Il centrodestra riunito in Consiglio

Il Consiglio comunale ha approvato – con i voti della sola maggioranza, a parte il forzista Mauro Saccardi che ha fatto mancare il suo appoggio – i criteri di priorità, i requisiti e i limiti in base ai quali valutare l’interesse pubblico nelle proposte di accordo operativo avanzate dai privati per costruire nuovo residenziale, commerciale o aree produttive consentite dal Psc in vigore.

COSA PREVEDONO I CRITERI DI ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI URBANISTICI

Saranno prese in esame soltanto le manifestazioni di interesse conformi alle previsioni del Psc. L’Amministrazione – ha illustrato il documento l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi – ritiene valutabili, per quanto riguarda la destinazione residenziale, le proposte che coinvolgono le frazioni della città, avendo la Giunta l’obiettivo di «implementare e migliorare le dotazioni territoriali in queste aree». Oltre a questo, grande attenzione per le riqualificazioni di aree già urbanizzate. Gli interventi edilizi «dovranno garantire elevati standard di efficienza energetica, antisismica e di comfort insediativo». Si parla anche di destinazione commerciale. «Oltre all'inserimento di negozi di vicinato, sono valutabili - in aree potenzialmente urbanizzabili – anche quelle riferite alla localizzazione di medie strutture di vendita. Se queste sono però inserite in aree di recupero con prevalente destinazione produttiva purché ne venga dimostrata la compatibilità con riguardo alla mobilità individuale collettiva, all'impatto sul territorio, alla tutela della salute, dell'ambiente, del paesaggio, del patrimonio artistico e culturale.

LE NUOVE AREE COMMERCIALI E IL BOLLONE

Chi richiede di costruire strutture commerciali deve presentare una relazione di valutazione di impatto socio-economico e ambientale in relazione alla zona urbanistica, dimostrare che l'insediamento sia servito da collegamenti ciclopedonali, e, in caso contrario, sarà a carico del proponente prevederne il relativo adeguamento, dimostrare che l’ambito sia servito da idonee linee di trasporto pubblico urbano. Con superfici territoriali inferiori ai 50mila metri quadrati non si valuterà l'insediamento di più medie strutture di vendita. Sono sempre ammesse le richieste di insediamenti industriali o artigianali previsti in nuovi ambiti produttivi o produttivi polifunzionali. Le manifestazioni di interesse che riguardano la previsione nell'ambito specializzato per attività produttive di rilievo sovracomunale denominato “PPST3” – il “Bollone” nei pressi di Roncaglia - non saranno prese in considerazione non essendo ancora stato definito l'accordo territoriale.

OPIZZI: «SUL BOLLONE NON C’E’ UN ACCORDO OPERATIVO»

«Stiamo dando i criteri – ha spiegato in Consiglio l’assessore Opizzi - in base al quale i privati faranno proposte. I privati sono stati chiamati a manifestare il proprio interesse sulle aree di proprietà. Il privato sarà libero poi di presentare le sua proposta di accordo operativo in seguito ai nostri indirizzi. Il Consiglio comunale, in seconda battuta, valuterà l’interesse pubblico dell’intervento». In Comune sono già arrivate un’ottantina di proposte, la metà sono state subito respinte al mittente perché contrastano con gli strumenti urbanistici in vigore. Quelle restanti si potranno tradurre in accordi operativi, poi comunque il Consiglio vaglierà ogni singola proposta. L’assessore ha rimarcato la volontà di favorire il recupero delle aree dismesse. Sul commercio ha indicato la direzione: «Meglio le medie strutture commerciali, che sono quelle che danno più sviluppo». «L’area del Bollone non viene presa in considerazione, non essendo ancora stato definitivo l’accordo di programma territoriale. Si è parlato del nulla fino ad oggi sulla logistica, si è parlato senza sapere. Si è parlato e scritto tanto e a sproposito del Bollone». L’assessore ha alzato i toni in aula. «Sull’urbanistica ho sentito tante menzogne: i cittadini vengono presi in giro dalle associazioni ambientaliste e dal quotidiano locale “Libertà” che forniscono informazioni sbagliate. Sono stata fin troppo accomodante, ma poi mi vedo sbattuti in prima pagina numeri completamente sbagliati».

 
 

LE MINORANZE ALL’ATTACCO

Dall’opposizione la richiesta di inserire – nero su bianco – una moratoria per la costruzione di nuovi spazi commerciali, autorizzando soltanto l’insediamento dei negozi di vicinato. La moratoria di cinque anni era indicata nel programma elettorale del sindaco Barbieri. Ma la maggioranza ha affossato questa proposta.

PC IN COMUNE: «CENTRO STORICO PIENO DI SFITTI E SI CONTINUA A COSTRUIRE»

Particolarmente polemico il rappresentante di “Piacenza in Comune” Luigi Rabuffi. «Piacenza non ha bisogno di questo patto sciagurato. Costruire è diventato l’obiettivo, e non il mezzo per procurare benessere alla comunità. Lo si fa sulla pelle dei piacentini con l’avvallo del Comune, non ci sto. Il Psc vigente è drogato da valutazioni sovrastimate e incoerenti con le necessità di oggi, senza tenere conto della demografia (sulle abitazioni e zone residenziali). L’idea di una grande Piacenza ben oltre i centomila abitanti, ipotizzata all’inizio del percorso del Psc, è errata. C’era puzza di interesse dietro a quelle previsioni, che hanno permesso di costruire molto. A Piacenza abbiamo 50mila alloggi residenziali per 40mila nuclei familiari. Significa che 9700 alloggi sono vuoti, la metà collocati nel centro storico, quel centro storico che dite di voler valorizzare ma che invece incentivate il trasferimento nelle frazioni con le vostre politiche. E intanto si stanno portando avanti le riqualificazioni dell’ex Consorzio Agrario, dell’ex Manifattura Tabacchi…». «Siamo basiti e contrari – è la sintesi dell’intervento di Christian Fiazza (Pd) - all’idea di costruire condominii nelle frazioni».

ULTORI: «SOLO QUALCHE VILLETTA NELLE FRAZIONI»

La maggioranza ha difeso i criteri impostati dall’Amministrazione e dell’assessore Opizzi. «Esagerata la reazione sulla residenzialità delle frazioni – ha rilevato Gianpaolo Ultori dei Liberali Piacentini - stiamo parlando di aree in cui al massimo si costruiranno alcune villette, impossibile costruire condominii per il tipo di classificazione. È falso affermare che vogliamo contribuire allo spopolamento del centro storico. Vallera, Mucinasso e Borgotrebbia – sono le uniche tre manifestazione d’interesse depositate in Comune». 

«Nuova pioggia di abitazioni nell’ex manifattura Tabacchi? – ha tuonato Tommaso Foti (Fratelli d’Italia). È un atto del 2009, una convenzione del 2010, fatta da altri. Sono opere che poi non sono state proseguite perché subentrata la crisi economica. E stiamo parlando di appartamenti più bassi rispetto ai canoni di mercato (però più alti degli alloggi popolari tradizionali), non ci sono speculazioni. I piacentini intanto che qua ci si lamentava sono andati ad abitare a Podenzano, Pontenure, San Giorgio, Gossolengo, Rottofreno. Meglio far costruire le villette a Gossolengo, o costruirne quattro in una nostra frazione? Così il Comune perde residenti, e soldi».

Un po' in controtendenza rispetto al resto dell'opposizione il rappresentante di "Piacenza Oltre". «Non è vero che si spopola la città – è il commento di Roberto Colla (Pc Oltre) - a favore delle frazioni. Però è vero che i paesi della cintura stanno crescendo a dismisura, stanno costruendo ovunque». «Il mercato immobiliare ci dice – è stato l’intervento di Massimo Trespidi (Liberi) - che i prezzi delle abitazioni dei comuni della cintura sono alti. Il mercato una volta distingueva tra la città e le sue frazioni, ora non c’è più differenza. La villetta a schiera è considerata una “elevazione” dal punto di vista sociale. Il tema è: cosa vogliamo fare del centro storico? Dovremmo rispondere prima o poi a questo tema, capire quali sono i problemi del vivere in centro e risolverli».

 

5 STELLE: «SI E’ COSTRUITO TROPPO NEL RECENTE PASSATO»

«La legge regionale sull’urbanistica – è il parere di Sergio Dagnino (5 Stelle) - è nata nel principio della rigenerazione, per mettere fine alla costruzione. In questi anni si è costruito troppo, ci sono esempi a bizzeffe, ovunque. Le frazioni incidono sul centro storico: spostare ancora persone cambia le cose notevolmente. Bisogna mettere fine a questo fenomeno». Molto polemico l’intervento di Andrea Pugni (5 Stelle). «Ci sono tanti bambini portati a scuola in città dall’esterno. Se uno abita ad Agazzano, deve andare a scuola lì. Io abitavo a Montale e ho frequentato lì la scuola. Bisognerebbe pagare, la città sta sostenendo dei costi maggiori e ci sono più auto in circolazione. Se abiti a Gossolengo, non porti il bambino al Giordani perché è “da èlite”. Le frazioni sono un costo per la città, non danno ritorno. Quando andiamo a fare il bilancio costano tanto, l’idea di non sviluppare più la crescita delle frazioni ha senso».

IL SINDACO: «NON INCENTIVIAMO AD USCIRE DAL CENTRO STORICO»

Nel dibattito ha preso la parola anche il sindaco Patrizia Barbieri. «Le opere migliorative sulle frazioni si fanno a prescindere, però si chiede di avere attenzione per le opere di compensazione per chi si vuole insediare e intende costruire. Deve partecipare con opere compensative. Quando ero sindaco di Castelvetro, il sindaco di Cremona mi pose lo stesso problema: tutti i cremonesi volevano venire ad abitare fuori, a Castelvetro. Una buona Amministrazione non può incentivare l’uscita dal centro storico, ma impegnarsi per trattenere gli abitanti». Ma Rabuffi, che si è visto bocciare i suoi emendamenti al testo, non si è convinto delle intenzioni dell’Amministrazione. «Mi sembra chiaro che volete edificare nelle frazioni – ha aggiunto Rabuffi -, per me si tratta di consumo di suolo e non credo che saranno costruite solo “quattro villette”». Anche il Pd ha punzecchiato la Giunta. «Le promesse fatte – ha rilevato Giorgia Buscarini (Pd) - non vengono mantenute, la moratoria di cinque anni sui nuovi insediamenti commerciali non c’è». Al termine del lungo dibattito che ha visto bocciare quasi tutti gli emendamenti proposti dall'opposizione, il Consiglio (con i voti della sola maggioranza ad esclusione di Saccardi) ha approvato i criteri. Alla seduta hanno partecipato tra il pubblico gli attivisti del Comitato "Basta logistica", che prima della seduta hanno consegnato al sindaco Barbieri quasi 4mila firme contro la cementificazione. 


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