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Area ex Mazzoni, «Piacenza non ha bisogno di edilizia residenziale e supermercati»

La riqualificazione dell'area ex Mazzoni di via Calciati ha tenuto banco per giorni nel dibattito politico locale. Un lettore ci ha inviato una sua riflessione sul tema. 

Onestà e buon senso è il connubio che dovrebbe sempre operare nella politica; purtroppo questo non sempre avviene in Italia. La gestione della cosa pubblica dovrebbe partire dalle esigenze dei cittadini per poi arrivare alle soluzioni. La realtà invece ci mostra come la politica capovolge spesso questo principio per assecondare interessi particolari, sacrificando così quelli generali. Il caso dell’ex Mazzoni è emblematico di questo modo di agire; siamo in presenza di un’area da riqualificare, la cui destinazione (terziario/residenziale), non trova evidentemente un utilizzo adeguato poiché, se così non fosse, sarebbe stata utilizzata dalla proprietà stessa e non lasciata in uno stato di degrado. La logica di mettere al primo posto il benessere dei cittadini, dovrebbe indurre la gestione politica a partire, non dalla riqualificazione quest’area (privata), adibendola a nuova edilizia residenziale e a un centro commerciale (evidentemente proposta venuta da parte della proprietà dell’area stessa), bensì dal valutare le esigenze della città. Piacenza ha bisogno di nuova edilizia residenziale? Piacenza ha bisogno di nuovi centri commerciali? Se la risposta a queste domande è “SI”, allora la politica, valutate le disponibilità di aree idonee sul territorio, interpella la proprietà di quest’area degradata, offrendo la modifica di destinazione della stessa (da terziario/residenziale a commerciale/residenziale, con conseguente aumento di valore dell’area) in cambio dell’impegno della proprietà stessa a realizzare queste opere. Poiché Piacenza non ha nessuna di queste esigenze (oltre 8.000 locali vuoti/invenduti e decine di supermercati che stanno, tra le altre cose strozzando il piccolo commercio e facendo morire il centro storico) questa decisione della politica appare del tutto immotivata e non presa nell’interesse dei cittadini, bensì di una parte privata soltanto, che con questa nuova destinazione d’uso avrà un profitto ingiustificato. Altre soluzioni sono possibili, partendo sempre dalle esigenze della città; Piacenza è una delle città che soffre maggiormente l’inquinamento atmosferico della pianura Padana. Questa è una vera emergenza che non viene mai affrontata dalla politica (se non con provvedimenti palliativi, tipo limitazione/blocco del traffico); altra esigenza è la mancanza di spazi verdi adeguati e alberi nelle zone del centro, che contribuirebbero ad abbattere l’inquinamento, oltre a rendere più vivibile la nostra città. Spazi come l’ex Mazzoni, a ridosso del centro storico, si presterebbero molto bene ad un utilizzo “verde”, contribuendo a ridurre le suddette problematiche. Il buon senso, che la politica dovrebbe avere, suggerirebbe una soluzione alternativa alla modifica della destinazione ad uso commerciale e residenziale dell’area, destinandolo invece a verde pubblico, con magari annesso qualche parcheggio, di cui la zona è sempre carente. All’obiezione (legittima) che si tratta di un’area privata e che quindi non sarebbe giusto questa sorta di “esproprio”, la politica deve saper trovare il giusto equilibrio che salvaguardi l’interesse di tutte le parti, (senza favorire quella privata oltre quanto è giusto). Nel caso specifico è evidente che la parte proprietaria dell’area non ritiene veramente profittevole l’utilizzo terziario dell’area, lasciata in stato di degrado fino ad oggi (un area logistica incuneata in una zona residenziale a ridosso del centro storico andava bene mezzo secolo fa, ma non certo oggi), a questo punto l’offerta della politica non deve essere: “Ti do la licenza di costruire case e un supermercato di 1500 mq, che non ci servono, e che in un prossimo futuro saranno probabilmente costruzioni inutilizzate, lasciate vuote, come purtroppo già avviene in altre zone della città”, bensì quella di offrire una zona alternativa in area logistica/industriale dove insediare un’attività terziaria (stessa destinazione d’uso), lasciando l’area ex Mazzoni ad area verde. In pratica la demolizione delle strutture esistenti sull’area sarebbe comunque effettuata, dunque spostando l’area edificabile (senza aumentarne la superficie) in zona lontana dal centro, lascerebbe invariata la superficie edificata, senza ulteriore consumo del suolo. Questa o altre soluzioni che tutelino maggiormente gli interessi dei cittadini sono possibili se la politica si fa carico degli stessi usando onestà e buon senso; certo se sono altri i moventi che guidano le scelte della politica, la situazione della nostra città non potrà che continuare come è accaduto fino ad oggi, con i vecchi problemi che non si risolvono e i nuovi che si aggiungono.

Giuseppe Rai


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