Segnalazioni

«Multata sul bus per pagamento con Applepay non registrato»

«Multata sul bus per pagamento con Applepay non registrato». A lamentare l’episodio - che racconta essere accaduto nel pomeriggio di venerdì 24 marzo - una studentessa universitaria fuorisede con una segnalazione firmata.

«Sono salita sul bus Mb dalla fermata Università alle ore 17:40 per arrivare in stazione e prendere il treno che mi avrebbe riportato a casa, appena salita ho visto il personale del servizio di controllo presente sul mezzo. Ero con una valigia pesante e un altro zaino, allora ho deciso di pagare il biglietto con Apple pay mediante il mio dispositivo AppleWatch e la schermata del lettore segnalava chiaramente "biglietto valido"».

«una ragazza del controllo- aggiunge poi - mi ha chiesto di controllare il mio biglietto e allora, siccome non è la prima volta che mi controllano il biglietto, sapevo che avrei dovuto alzarmi e recarmi nuovamente sul dispositivo, in quanto i pagamenti tramite Applepay non vengono registrati immediatamente dal sistema Seta (questo mi è stato spiegato da controllori incontrati in passato più volte) e loro dai loro dispositivi non riescono a controllarli».

«Mi sono avvicinata nuovamente al dispositivo con il polso – prosegue - e prima ancora di cliccare il tasto Info (che permette di verificare lo stato del biglietto) il dispositivo ha rilevato il mio applewatch e ha segnalato nuovamente "biglietto valido" e tutti i controllori presenti (perché erano in 3) hanno ritenuto di dovermi multare, per delle motivazioni non chiare. All'inizio hanno messo in dubbio il fatto che avessi acquistato il biglietto appena salita (nonostante tutti lo avessero visto e infatti avevo potenzialmente dei testimoni) e poi hanno dichiarato che se loro controllavano il mio sistema di pagamento, nei loro sistemi non risultava, né il primo biglietto, né il "secondo" (anche se in realtà era sempre lo stesso) che secondo loro avrei acquistato appena davanti ai loro occhi».

«Spiego ai controllori tutte le mie informazioni ma una di loro si avvicina e mi chiede il documento, le chiedo il motivo e lei mi risponde "per dei controlli”. Io, ingenuamente, le credo, e le fornisco la mia carta d'identità. Vedo che inizia a prendere tutti i dati e quando ri-chiedo il motivo lei mi risponde "dopo le spiego tutto, appena deve scendere" (le avevo detto che fra poco sarei dovuta scendere in stazione) e siccome lei non mi risponde lo chiedo ai suoi due colleghi presenti e entrambi mi rispondono "non lo so, sta facendo lei". Scendiamo dal bus, tutti i passeggeri scendono, (quindi anche tutti i testimoni che potevano confermare di avermi visto acquistare il biglietto) e una volta lasciata da sola a me stessa, sulla base del nulla, senza prove, la prima cosa che mi dicono è "le spiego subito come fare il ricorso per la multa".

«Io scioccata, fino a quel momento non avevo capito che mi stessero multando, e mi sembrava talmente surreale, che sono rimasta pietrificata. Ho subito chiesto ai controllori come potessero ritenere di multarmi se avevo acquistato il biglietto dinnanzi a loro e l'unica cosa che mi hanno saputo dire è stata "guardi le spiego prima come fare il ricorso". A quel punto, l'inesperienza, mi ha portata alla disperazione, ho chiesto ai controllori di farmi vedere il tesserino di riconoscimento e che avrei voluto scattare una foto al codice in modo da poterli segnalare, e una di loro si è rifiutata di farmi vedere il suo tesserino (tra l'altro in maniera estremamente scortese)».

«Mi sento umiliata... l'inesperienza e l'ingenuità mi hanno portata a questa sgradevolissima vicenda» conclude, «oltre al danno ho avuto anche la beffa, in quanto ho perso il treno che mi avrebbe dovuta riportare a casa e anche i soldi del biglietto. Appena salita sul treno successivo ho eseguito la procedura di ricorso e ho cercato di informarmi il più possibile».


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  • Stazione
  • Piazzale Guglielmo Marconi, 1