Fiorenzuola Today

Omicidio all’area di servizio, tracce di sangue dell’assassino sui due Tir

Corte di assise, in aula i poliziotti della Scientifica e della Stradale. La morte potrebbe essere avvenuta in un arco di tempo di 15 minuti. Imputato è un lituano accusato di aver ucciso un collega russo

L'aula del tribunale

Tracce di sangue sul camion del presunto assassino e un’ipotesi di ora del delitto che si collocherebbe fra le 17.20 e le 17.36 del 30 luglio 2016. Sono gli elementi emersi, il 25 settembre, nell’udienza alla Corte di assise per l’omicidio di un camionista russo residente in Ucraina. Davanti al presidente Gianandrea Bussi, al giudice Laura Pietrasanta e ai giudici popolari, hanno deposto i paliotti della Scientifica e della Stradale che erano intervenuti e avevano eseguito i rilievi e svolto le indagini.

Imputato è il camionista lituano, Ricardas Zamolskis, 60 anni, non più in Italia. L’uomo avrebbe ucciso con una coltellata il collega russo Oleksandr Bokov, di 33 anni. Il cadavere di Bokov venne trovato vicino al camion, nell’area di servizio Arda Ovest, a Fiorenzuola, lungo la A1. Il camionista lituano è difeso dall’avvocato Andrea Bazzani e Arianna Maggi, mentre i famigliari di Zamolskis si sono costituiti parte civile con l’avvocato Paolo Ferroni. Anche in questo caso, la tecnologia ha avuto un ruolo nel processo e in aula c’era un video su cui sono stati mostrati video, foto e ricostruzioni della zona del delitto e degli automezzi pesanti dei due camionisti. Il pubblico ministero Daniela Di Girolamo ha sentito un esperto della scientifica. Secondo l’ispettore tutte le tracce di sangue trovate sugli abiti della vittima appartengono alla stessa. “Copiose” tracce di sangue sono state trovate sulla scaletta per accedere al Tir della vittima e anche di quella del lituano imputato. In quest’ultimo caso, le tracce erano sulla scaletta lato passeggero e sullo stesso Tir la polizia aveva trovato almeno otto coltelli da cucina. Uno di questi era di ceramica e aveva la punta spezzata e tracce sul manico che sembravano sangue, ma non lo era. Purtroppo, l’autopsia aveva stabilito che una piccola parte di un oggetto era stata trovata nel torace del russo, ma era stato poi accertato che non fosse ceramica.

Il comandante della sottosezione di Guardamiglio della Polizia autostradale della A1, l’ispettore Francesco Giovani, aveva svolto le indagini. Sul Tir di Bokov erano state trovate una dentiera e un paio di chiavi appartenenti a Zamolskis. Inoltre, c’è una sequenza di orari che farebbe ritenere che la morte possa risalire in un orario intorno alle 17.30. Alle 17.20, aveva ricostruito la polizia, un camionista aveva lasciato l’area di servizio e aveva visto un uomo a terra, ma pensava fosse ubriaco. Alle 17.30, un bus con 30 persone passa a due metri dai camion, ma nessuno ha detto di aver visto nulla a terra. Alle 17.36, invece, l’autista di un caravan aveva notato un uomo sdraiato sull’asfalto e aveva avvertito il personale dell’autogrill. Da qui era partita la telefonata alla polizia riferendo che “c’era uno a terra dopo una colluttazione”. Quindi, nessuno aveva pensato che quell’uomo fosse morto. Secondo le indagini i due, che avevano bevuto molto, potrebbero avere avuto una lite, poi degenerata che si era concluso con un esito fatale per il russo.


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