Fiorenzuola Today

Sicurezza nelle manifestazioni pubbliche, il questore: «Si valuta ogni singolo evento»

Affollato incontro a Fiorenzuola con il questore di Piacenza e il capo di Gabinetto per parlare delle misure di 'Safety e Security'

Da sinistra: Gandolfi, Ostuni, Arcelli (foto Trespidi)

Safety e securety, come devono comportarsi gli organizzatori di manifestazioni pubbliche? Il questore di Piacenza Pietro Ostuni e il capo di Gabinetto Filippo Sordi Arcelli, lo hanno spiegato ai colleghi delle polizie municipali, ai sindaci, ai volontari di Proloco, Protezione Civile, Pubblica Assistenza e delle manifestazioni che durante l’anno si svolgono su tutto il territorio della Valdarda e della Bassa. L’incontro è stato organizzato dal Comune di Fiorenzuola nell’Auditorium San Giovanni ed è servito per portare a conoscenza di cittadini e volontari, le linee guida adottate dal Prefetto Gabrielli in seguito ai fatti di piazza San Carlo a Torino.

Il questore ha quindi presentato i punti della Circolare del sette giugno del Ministero dell’Interno, dalle misure a tutela della pubblica incolumità a quelle di salvaguardia dell'ordine e della sicurezza pubblica «che devono essere attenzionate al fine di migliorare i processi di governo e gestione delle manifestazioni pubbliche». «Entrambi gli aspetti – è stato spiegato - devono necessariamente integrarsi tra loro, partendo da una base informativa fornita dai singoli organizzatori, al momento in cui inoltrano l'istanza e la comunicazione per la realizzazione delle manifestazioni».

Da qui l’invito da parte del funzionario del Comune di Fiorenzuola Franco Sprega, «a presentare la documentazione reperibile presso gli uffici di tutti i comuni o del Suap delle Unioni, almeno venti giorni prima dello svolgimento della manifestazione così da consentire alla Questura di valutare ogni singola richiesta nei modi e nei tempi più adeguati». In merito alla valutazione delle manifestazioni il questore ha detto: «Viene compilata una scheda da parte degli organizzatori, che ci permette di capire il rischio della manifestazione: basso, medio o alto. Valutiamo ogni singola manifestazione per arrivare a dare, dove possibile, il nulla osta per lo svolgimento». «Non abbiamo nulla in contrario agli eventi: l’aggregazione è fondamentale perché al giorno d’oggi purtroppo molti vengono lasciati soli e se non si organizzano eventi di ritrovo rischiamo che la gente rimane sempre più chiusa in se stessa e quindi emarginata. Oltre ai fatti di Torino molti altri episodi accaduti nel mondo e in Europa ci fanno drizzare le antenne, quindi siamo costretti a prestare la massima attenzione a tutti i singoli casi».

Ostuni e Arcelli, rispondendo ad alcune domande, hanno poi chiarito che la presenza di stuart e buttafuori e il numero di operatori a disposizione va valutato in base alla tipologia di evento. «Inoltre, queste figure, devono essere formate, iscritte in un apposito albo e dipendenti di un istituto di vigilanza privato o del locale che organizza l’evento. Possono operare anche fuori provincia. Ben venga la presenza della Protezione Civile: deve essere vicina a noi quindi anche in manifestazioni di grosse entità i volontari possono dare un grande supporto agli organizzatori e ai gestori».

Non è mancata una nota politica, arrivata dal consigliere regionale della Lega Nord Matteo Rancan (con lui c’era anche il neo senatore Pietro Pisani): «Questa circolare è collegata anche a eventi drammatici di terrorismo accaduti in Europa. Io sono convinto che il terrorismo islamico non viene fermato facendo sicurezza in queste feste. Le barriere fermano l’ubriaco, è difficile per il volontario notare se si nasconde qualcosa perché non si perquisisce chiunque. La direttiva sarebbe dovuta essere divisa in due filoni: chi fa eventi per fare impresa, chi li organizza per volontariato. Quest’ultima categoria sappiamo bene che con non poche difficoltà riesce a pagare mezzi e istituti di vigilanza perché il loro fine è devolvere poi le risorse raccolte o con quelle finanziare la festa per poi ritornare ad avere a fine anno i bilanci a zero. Mi rivolgo a voi anche se avrei preferito rivolgermi a qualcun altro come il Legislatore».

«La direttiva del capo della polizia si è resa necessaria dopo quanto avvenuto a Torino perché le indicazioni c’erano già e parecchi se le erano dimenticate – ha risposto il questore -. Per quanto riguarda i luoghi affollati e le misure interdittive: la prevenzione si fa a livelli alti e infoinvestigativi, però dobbiamo pensare che ci può essere qualcuno che per problemi psichici o perché ubriaco si mette alla guida della macchina e va a finire tra la folla. L’obiettivo è lo svolgimento in sicurezza di un evento e far sì che qualcuno non faccia male agli altri. Le regole possono far male ma senza di esse non si va da nessuna parte».


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